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Sentiero della Canapa

Sentiero della Canapa

Sentiero storicamente usato dagli abitanti di Pian Audi e Ritornato, frazioni di Corio, per commerciare la canapa verso i mercati del canavese, di Forno e Rocca. Percorso agevole, nel primo tratto su sentiero, mentre nella seconda metà segue una strada carrareccia.

 

Comune: Corio
Zona: Valle Malone
Località di partenza: Piano Audi (867 m)
Località di arrivo: Cappella del Bandito (1002 m)
Difficoltà: E (Escursionistica)
Tempo di percorrenza: 2 h
Segnavia: 416 + 416A
Periodo consigliato: Aprile - Ottobre
Dislivello in salita: 200 m
Dislivello in discesa: 60 m

Itinerario:

Un tratto del sentiero

Il percorso parte da Pian Audi 867 m, dove si può posteggiare nell'ampio parcheggio prossimo alla chiesa. Si imbocca una strada asfaltata che raggiunge in pochi minuti le case Andrè, qui inizia il sentiero verso destra (cartelli indicatori) che si inoltra nel bosco in modo pianeggiante verso case Muggion.
Dopo 10 minuti (cartelli indicatori) il sentiero devia verso la montagna, si svolta a sinistra, attraverso boschi di faggi e castagni toccando i ruderi delle baite Le Burlere mt 1010 e Le Case Terlinto 1025 m e dopo un lungo mezzacosta giunge al Colle Matteo 1031 m. La mulattiera, dapprima poco evidente, sale sulla dorsale della montagna. Si tralascia un bivio a sinistra che porta per tracce alle Bausere e si volge a destra in leggera salita fino a giungere a un Pilone per poi continuare su uno sterrato che scende ad un piccolo gruppo di case.
Superato l'abitato si abbandona questa strada e si svolta a sinistra su una nuova strada sterrata che continua in falsopiano toccando un altro piccolo agglomerato a 1056 m e questa termina alla Cappella del Bandito 1002 m.
NB:Di qui si dipartono due sentieri che scendono nel Canavese, il primo verso Forno Canavese passando per il Santuario della Madonna dei Milani, il secondo verso Rocca Canavese toccando la Chiesa della Madonna della Neve.

Cartelli indicatori

Cappella del Bandito

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Storia:

La canapa è una pianta che raggiunge i 2 metri e più di altezza, seminata in aprile viene raccolta in agosto -settembre. Dopo la raccolta, la canapa viene fatta “macerare” ossia immersa in acqua finchè le parti della pianta che uniscono gli stati legnosi alle fibre fermentano e marciscono. Si riesce così a separare le fibre più facilmente. Segue la “pestatura”con i fasci di canapa che vengono frantumati. Nella zona di Corio esistevano numerose “piste”. Poi la canapa viene “pettinata”: l'operazione consiste nello sfregare i fasci e nel buttarli con forza sopra un pettine di ferro. Un lavoro duro e polveroso. A questo punto la fibra viene “filata”.
Corio, alla fine del 1800 era un po' il centro della lavorazione della canapa contando ben 1000 telai attivi. L'80% delle famiglie possedeva un telaio e filava.

Antico telaio

Questa attività rappresentava una risorsa economica importante per la popolazione.
Il lavoro della filatura era compito delle donne: in inverno filavano in casa con “ rocca e arcolaio” mentre in estate con il “fuso” all'aperto. Allora la misura convenzionale delle pezze era il “ras” che corrisponde a circa 75 cm. La tela successivamente veniva lavata e tagliata in pezze per facilitarne il trasporto.Per la maggior parte prendeva la via per Lanzo: il suo importante mercato serviva a vendere la merce non solo agli abitanti del luogo ma anche a quelli dei paesi vicini. Si tesseva soprattutto canapa perchè forniva capi molto resistenti, adatti alle popolazioni di montagna, qualche volta anche cotone, lana, seta. Sovente nella tessitura venivano utilizzati due filati diversi: uno per l'ordito, l'altro per la trama. Normalmente l'ordito era di canapa perchè più robusto non si strappava facilmente. A Lanzo ebbero anche l'idea di stampare dei motivi floreali sulle pezze di tela, riscuotendo un buon successo. Con il passare degli anni, l' attività era diventata sempre più fiorente e redditizia ed aveva favorito la nascita di mestieri collaterali: c'erano i “pettinatori” che provenivano specialmente dal Canavese e da Biella, gli addetti alla “pista”, i raccoglitori del filo, notevole lo scambio con la val di Locana, gli impiantatori di telai, specializzati nella costruzione e riparazione delle macchine, i costruttori di pettini ed infine i commercianti di stoffe. Tutti questi strumenti del passato sono ancora visibili: basta recarsi al Museo Etnografico Cudine di Corio, dove è possibile ricostruire quella vita laboriosa di un tempo.

Mappa del percorso