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Lago di Monastero

Lago di Monastero (1992 m)

Lago di Monastero

Escursione che ha negli ampi panorami la sua principale attrattiva. La strada, in questi ultimi anni asfaltata fino a S. Giacomo, bitumata a tratti fino all'Alpe Prati della Fontana e sterrata ma dal fondo in buono stato (salvo qualche breve tratto) fino al lago, ha banalizzato non poco l'ambiente perché consente a chiunque sia munito di un'auto o di una moto di arrivare al lago senza fatica.
Consigliamo la visita fuori stagione (primavera o autunno) proprio per godere di questi luoghi, comunque bellissimi e sfruttati da tempo immemorabile (gli alpeggi sono tantissimi ed alcuni documenti del XIII secolo parlano già di questi pascoli), quando c'è poca gente in giro. Inoltre in estate, il frequente formarsi di foschia non consente di godere il panorama che si apre su tutte le Valli di Lanzo. Con la neve (ben assestata, soprattutto nel tratto Alpe Prati della Fontana - Lago di Monastero) diventa anche una piacevole escursione con racchette da neve o con gli sci.

Accesso:

Da Lanzo raggiungere la piazza di Chiaves e da li andare a destra imboccando la ripida carrozzabile che porta a Fontana Sistina; ad un successivo bivio prendere a sinistra (indicazione per Cresto).Segue una strada in salita che diviene sterrata pochi metri prima del panoramicissimo piazzale in terra battuta che costituisce il Colle della Croce dove è possibile lasciare l'auto.

Salita:

  • Località di partenza: Chiaves località Colle della Croce (1125 m).
  • Tempo di salita: 3 ore.
  • Difficoltà: E (Escursionismo facile).

San Giacomo di Moia

Sulla destra del piazzale imboccare una carrareccia (cartelli indicatori in legno per il Lago di Monastero) che sale verso Case Colombero. Alla prima curva lasciare la stradina e proseguire diritto infilandosi tra le case che velocemente si superano (bolli giallo-rossi con indicazione 3R). Oltrepassate alcune isolate costruzioni si perviene ad un evidente bivio dove si abbandona la traccia pianeggiante per salire a destra. La marcia, mai faticosa, si sviluppa tra bei boschi di betulle oltrepassando un paio di pietraie, un vecchio alpeggio ed un piccolo ripetitore. Si avvista successivamente il pendio erboso che ospita S. Giacomo di Moia ed in breve viene raggiunta la stradina sterrata che va seguita verso destra, in salita. Da qui in pochi minuti si raggiunge il Colle di S. Giacomo con ottimo panorama. Salire a destra (indicazioni) raggiungendo e superando sulla sinistra l'Alpe di S. Barbara con vicino un pilone votivo, proseguendo il sentiero diviene meno ripido e si costeggia un boschetto di rade betulle.Oltrepassato un vecchio alpeggio e dei ripetitori si arriva al piazzale del Passo della Forchetta (1666 m). Oltrepassato un vecchio alpeggio e dei ripetitori si arriva al piazzale del Passo della Forchetta (1666 m).
Si tratta di un vero balcone sulle valli e non è raro trovare auto parcheggiate sulla piazzetta. Si trova anche un piccolo monumento dedicato a due giovani partigiani caduti in combattimento poco distante da qui. Su queste montagne, durante la Resistenza, i partigiani ingaggiarono frequenti e durissimi scontri con i nazifascisti. I fatti che portarono alla morte di Marino e Peroglio, i due giovani a cui è dedicato il monumento, accaddero il 28 aprile '44, durante un rastrellamento dei nazifascisti. Quel giorno una pattuglia partigiana in perlustrazione nei pressi del Roc del Gal venne attaccata da una colonna nemica. Due giovani lanzesi, Marino e Peroglio, furono feriti e si sacrificarono per consentire ai compagni di ritirarsi: Marino (medaglia di bronzo al valor militare), terminate le munizioni, per non cadere prigioniero si uccise con una bomba a mano mentre Peroglio (medaglia d'oro al valor militare) contrattaccò con le bombe a mano fino a che non cadde colpito a morte.

L'Alpe di Coassolo in inverno

Proseguire in leggera salita lungo la strada che corre vicino alla cresta che divide la Valle del Tesso dalla Val Grande, volendo si potrà seguire la strada fino al lago. Superati alcuni alpeggi si arriva all'Alpe Prati della Fontana, ristrutturata piuttosto brutalmente con abbondante uso di cemento, dove si trova dell'acqua e, poco lontano, un pilone votivo da dove si ha un bel colpo d'occhio sulla zona di Menulla. Un tornante porta la strada definitivamente sul versante della Val Grande: in questo tratto si vede, a valle della strada, il paesino di Vrù. Nei sottostanti valloncelli si trovano delle cave di talco sfruttate fino a qualche decina di anni fa. La carrozzabile prosegue quasi pianeggiante per poi affrontare alcuni tornanti più ripidi che possono essere evitati seguendo un sentierino (bolli giallo rossi) che ritorna sulla strada poco prima dell'Alpe di Monastero (1970 metri), grosso alpeggio ora ristrutturato già citato in documenti del XIII secolo, come del resto la vicina Alpe di Coassolo (2032 metri). Superate le costruzioni, ancora poche decine di metri e si arriva al Lago di Monastero posto in una verdeggiante conca che invita ad una sosta ristoratrice e dominato dalla mole della Punta Gias Vej.

Discesa:

Per l'itinerario di salita.

Mappa del percorso