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Richiaglio

Richiaglio (Viù)

Accesso:

1 - Dalla Valsusa, Almese, Col del Lis, Bertesseno, prendere la strada asfaltata che parte vicino alla prima casa del paese e che scende fino al fondo della valletta fermandosi davanti al ponticello.
2 - Da Lanzo fino a Viù, poi per il Col del Lis, quindi a Richiaglio passato il ponticello a destra, superare le case e percorrere la strada sterrata che continua in piano fino al ponte in pietra esattamente dall’altro lato del torrente rispetto a chi arriva da Bertesseno.
Il Roc, dando le spalle alla strada che giunge da Bertesseno, è distinguibile in mezzo al bosco. La falesia è frequentabile tutto l’anno tranne i periodi di neve.

Relazione dal titolo "Antiche tracce" tratta dal bollettino Il Bradipo:

Nessuno di noi immaginava che a metà anni 90 esistesse a non più di 40 km da Torino una falesia non ancora attrezzata, a meno di 5 minuti dalla macchina, di roccia similcalcare e pure piazzata in un posto incantevole...
Marco Moreschi

Ma a volte succede di trovarsi di fronte a tutto ciò quasi per caso. Ed è da qui che parte il filo conduttore della nostra storia, dalla prima delle antiche tracce che un giorno portò Mario e la piccola Marcella dalle parti del già conosciuto "monolite di Richiaglio": una torre di pietra alta trenta metri ficcata da chissà quali dei della natura in mezzo ad un prato ad un paio di chilomtri da Richiaglio, frazione di Viù situato nel vallone che dal Col del Lis scende a Fubina di Viù nella valle omonima. Vicino al monolite un vecchio ponte ad arco di pietra di età indefinibile non fa altro che accrescere la senzazione di trovarsi in un posto rimasto indietro nel tempo. Anche la strada in terra battuta sembra in realtà una vecchissima mulattiera che deve il suo aspetto originale al lavoro di centiania di anni di eventi naturali che l'hanno ora scavata ora appiattita. Il luogo è, come non bastasse, immerso in un silenzio rotto solamente dall'incessante scorrere del torrente o meglio dal fragore della cascata sulla quale, quasi per magia, è stato costruito il ponte.
Ed è esattamente da questo punto che, attirato da chissà cosa, lo sguardo dei nostri amici cascò su una sorta di enorme Menhir nascosto nel bosco. Raggiuntolo in pochi minuti scoprirono che qualcuno aveva già tracciato due vie d'arrampicata chissà chi e chissà quando ancora non lo sappiamo, ed è allora che un elfo dei boschi sbucò dalla spaccatura dove sale ora la via "antiche tracce" e, forse intenerito dalla piccola marcellina, diede all'incredulo visitatore il permesso di creare, per se e per gli amici, tante vie di arrampicata quante lui ne volesse. ...fin qui la parte fiabesca, un modo un po' diverso dal solito per raccontarvi la storia del "Roc d'le Gabasse", così chiamato da noi perché oltre alla somiglianza con un Menhir la sua forma richiama quella localmente più conosciuta delle "Gabasse" (gerle in piemontese, ceste in italiano) costruite a mano fino a qualche anno fa proprio dagli abitanti di Richiaglio. Altre antiche tracce si possono realmente osservare nei dintorni: i resti della antica mulattiera si possono ancora osservare nei pressi del ponte ed a pochi passi a monte della via "ipnotika", una ventina di metri prima di arrivare al roc, vicino al sentiero, si nota una pietra un po' troppo rotonda per essere il frutto della sola erosione del tempo: si tratta più probabilmente di una macina che servì o sarebbe dovuta servire agli abitanti della frazione "Biolai", ora abbandonata, raggiungibile in pochi minuti seguendo le tracce della vecchia mulattiera di cui abbiamo appena parlato. Passando ai dati più propriamente tecnici è importante sapere che la strade da Richiaglio verso il Roc è sovente rovinata dalle pioggie nell'ultimo tratto, quindi con auto normali è preferibile posteggiare nei pressi dell'unica casa che si incontra 1 km dopo il paese; il problema naturalmente non esiste per fuoristrada e affini. È sicuramente più comodo l'accesso da Bertesseno su strada da poco asfaltata: il divieto di transito fu messo per i lavori di costruzione del ponte che nelle intenzioni dell'ente provincia avrebbe dovuto unire le due strade; in seguito all'alluvione del '95 sono saltati i finanziamenti ed in teoria tale divieto dovrebbe essere decaduto. È comunque preferibile usare questo accesso con la massima attenzione, poiché forse a qualcuno non piacciono gli "intrusi" (sono già sparite due catene di sosta, alcuni spezzoni di corda e il cartello che indicava l'accesso alla falesia!!!).

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