logo cai testata

 

alpinismo.jpg
ALPINISMO
alpinismo giovanile.jpg
ALPINISMO GIOVANILE
speleologia.jpg
SPELEOLOGIA
avvistamento fauna alpina.jpg
AVVISTAMENTO FAUNA ALPINA
ciaspolate.jpg
CIASPOLATE
cicloescursionismo.jpg
CICLOESCURSIONISMO
corsi formazione.jpg
CORSI di FORMAZIONE
ercursionismo.jpg
ESCURSIONISMO
ferrate.jpg
FERRATE
posa segnaletica.jpg
POSA SEGNALETICA
montagnaterapia.jpg
MONTAGNATERAPIA
manutenzione sentieri.jpg
MANUTENZIONE SENTIERI
gruppo giovani.jpg
GRUPPO GIOVANI
gite scolastiche.jpg
GITE SCOLASTICHE
fotografia in montagna.jpg
VIDEOFOTOGRAFIA
feste in baita.jpg
FESTE IN BAITA
previous arrow
next arrow

LA NOSTRA BAITA SAN GIACOMO PER SETTIMANE AUTOGESTITE


Immersa nella natura a 1400 mt di altitudine, con grandiosa vista panoramica sulla Val d’Ala...

Baita sociale

 

ECCELLENZA DI VALLE A VRÙ: ECOMUSEO MINIERA BRUNETTA


Un’antica miniera di talco trasformata in museo, con tutti i manufatti ancora visitabili...

Ecomuseo della Brunetta

ECOMUSEO DELL’ALPINISMO A LANZO

Una testimonianza della storia dell’Alpinismo nelle valli di Lanzo presso la sede del CAI di Lanzo ...

Ecomuseo dell'alpinismo 

Sentiero Roc d'le Masche

Questo breve sentiero, con salita facile, attraverso un fitto bosco raggiunge questo caratteristico luogo dove vi è un grande roccione squadrato su cui la leggenda vuole che le streghe si trovassero per danzare…

 

Comune: Chialamberto
Zona: Val Grande
Località di partenza: Vonzo (1232 m)
Località di arrivo: Roc d'le Masche (1570 m)
Difficoltà: E (Escursionistico)
Tempo di percorrenza: 45 min
Segnavia: 326 + 326B
Periodo consigliato: Aprile - Ottobre
Dislivello: 340 m

Itinerario:

Alpeggio Prajas

Poco prima di Chialamberto si devia a destra e si raggiunge con una stretta strada, ma ben asfaltata, il caratteristico paesino di Vonzo. Si posteggia la macchina nella piazza vicino alla chiesa e si imbocca il sentiero che conduce al Santuario Mariano della “Madonna del Ciavanis”. Dopo 20 minuti di marcia si raggiunge un alpeggio, il Praias, lo si supera e poco dopo vedi cartelli indicatori, si svolta a sinistra, abbandonando il sentiero che porta al Santuario. Ora il sentiero si inerpica sulle pendici che scendono dal Roc D'le Masche, con ampi tornanti. Pian piano il bosco si dirada e si giunge ad una balza rocciosa, punto panoramico. Poco dopo si arriva ai prati dove si trova il Roc D'le Masche, dove si è ricavato un caratteristico alpeggio usando il riparo naturale formato dal masso stesso (La Balma).

Vonzo e la sua leggenda

Sulla montagna sopra a Chialamberto c'è Vonzo, dove si trova la “Balma” delle fate ed è doverosa andarla a vedere: la fatica è compensata dalla vista di un paesaggio bellissimo che abbraccia parte della Val Grande, da Santa Cristina fino a Groscavallo e Forno e i ghiacciai delle Levanne.

Ballo delle "Masche"

A Vonzo non vi è più nulla che possa ricordare la città: case in pietra e legno, scalette fatte con sassi ammucchiati, mentre la montagna sovrastante è coltivata fin quasi alla cima. Si scorgono campi di segale e di patate e macchie di alberi alti e poderosi e, verso il villaggio, pascoli grandi e verdissimi. E proprio qui, a poca distanza dal paese, c'è la “Balma” di Vonzo, una grande rupe con la sua leggenda. La data in cui si svolgono i fatti non è precisata, ma senz'altro è posteriore al 1378, anno in cui la Castellania di Lanzo impose un dazio sul vino per costruire il Ponte sulla Stura, conosciuto come “Ponte del Diavolo”. Stava sciogliendosi la neve sul vasto pianoro di Vonzo e le fate si preparavano per la gran festa di primavera. Ballarono pazzamente per tante e tante notti, finchè stanche, una notte si riunirono sulle cime dei faggi per decidere di cambiare divertimento. Quella notte era tiepida, la luna splendente illuminava i ghiacciai del fondo valle. Alle fate venne una strana idea: portare lontano la “Balma” di Vonzo. La rupe era molto pesante e faticarono non poco ad alzarla, chi facendo forza con le mani, chi con le braccia, chi con la testa, tutte insieme finalmente la tirarono su. Mentre tutti dormivano, persino gli orsi e le marmotte, le fate si alzarono in volo con l'enorme fardello e presero la direzione di Lanzo. Lasciarono a destra la punta ora chiamata Santa Cristina, superarono Ceres, Pessinetto, Mezzenile con le sue fucine, Traves, passarono accanto al Monte Bastia, ove allora non sorgeva ancora il Santuario di Sant' Ignazio, sorvolarono Germagnano e finalmente raggiunsero Lanzo. La meta era vicina. Un ultimo sforzo ed ecco il ponte del Diavolo, un arco ardito tra due pareti di roccia. Il loro desiderio stava per avverarsi: mettere sopra il Ponte la “Balma” quella notte stessa e poi, il giorno seguente, dall'alto del Montebasso vedere tutta la gente di Lanzo che accorreva, stupita ed incredula, a vedere il prodigio, anche il Castellano, gli Ufficiali, i soldati, le milizie ed il clero, insomma proprio tutti. Ma ecco che mentre le fate si abbassavano con il loro fardello verso il ponte, all'improvviso a metà del ponte apparire il diavolo, avvolto da un mantello di fiamme, furioso. Egli non voleva che le inquiete fate della Val Grande, per soddisfare un loro capriccio, recassero danno al ponte e sfogò tutta la sua rabbia battendo il piede sopra una pietra e lasciando così un'impronta indelebile.

L'ingresso della balma

E poi il masso era così grande che neanche passava tra le due rocce sulle quali era ancorato il ponte. Umiliate, tremanti e spaventate le fate si fermarono; capirono subito che l'unica soluzione possibile era riportare indietro, al proprio posto la “Balma” e che dovevano farlo entro l'alba. Si rimisero in volo, il peso era diventato insopportabile, le fate dovettero raddoppiare gli sforzi: le mani, le teste affondavano dentro la roccia, che supplizio! Alla fine tra lamenti e gemiti ricollocarono la “Balma” al proprio posto. Il giorno dopo a Vonzo i pastori si interrogavano l'un l'altro sui lamenti sentiti durante la notte. Non sapevano darsi una spiegazione, tutto sembrava a posto eppure nella notte che trambusto! Solo al pomeriggio si accorsero che la “Balma” aveva degli strani segni, impronte di mani, di teste scavate, come per magia, nella dura roccia. La notizia si sparse per tutta la valle, arrivò fino a Lemie, in Val di Viù. Nessuno riusciva a capire come e perchè vi fossero quelle strane impronte. Alla fine una vecchia strega, proprio di Lemie, raccontò del doloroso viaggio delle fate e così tutti poterono conoscere la leggenda della “Balma” di Vonzo.

Mappa del percorso

Guarda il video

 

ft hp 03Un percorso interamente ad alta quota :

Tour della Bessanese 

Il Tour della Bessanese è un percorso circolare in ambiente di alta montagna (2200-3200 m.slm) con uno sviluppo complessivo di circa 32 km suddivisi in tre tappe.
La partenza può avvenire da uno qualunque dei tre rifugi del Tour (Ref. d'Averole, Rif. Gastaldi, Rif. Cibrario).
Il percorso del Tour si svolge nelle Alpi Graie Meridionali, al confine tra Italia-Francia, intorno all'Uja di Bessanese (3604 m) ed alla Croce Rossa (3566 m).

per saperne di più