Anello del Monte Basso
Profilo altimetrico
Luogo di partenza: Lanzo Torinese parco del Ponte del Diavolo
Lunghezza sentiero: 16500 metri
Dislivello in salita/discesa: 900 m circa
Difficoltà: E (escursionismo medio)
Tempo di percorrenza: 6 h
Antico pozzo
Grazie al lavoro delle squadre forestali della Regione Piemonte, qualche anno fa, è stato aperto il tratto di sentiero che congiunge la Grangia Blina al Monte Turo e al Passo della Croce. Questa è l’ultima parte di un tragitto che chiameremo “Anello del Monte Basso” perché percorre all’andata tutta la cresta del Monte Basso e le sue pendici al ritorno. Il CAI di Lanzo ha segnalato alla Comunità Montana questo sentiero, quindi i volontari del CAI lo hanno evidenziato con bolli di vernice e rilevato con GPS. Sono quindi intervenute le squadre forestali che lo hanno reso perfettamente percorribile agli escursionisti. L’intero tracciato ha uno sviluppo di circa 16,5 Km e un dislivello in salita di circa 900 m.
Molto panoramico risulta il tratto della cresta: da un lato lo sguardo si estende sulla pianura fino alla collina torinese e alla Basilica di Superga, mentre dall’altro versante si può ammirare tutta la bassa Valle di Lanzo, da Germagnano a Ceres, con il Santuario di Sant’Ignazio che dall’alto domina sulla Valle. Molte sono anche le opere dell’uomo che si incontrano durante il cammino, manufatti che ci ricordano come queste zone un tempo fossero abitate. Tra tutte la principale è sicuramente il Ponte del Diavolo, simbolo delle Valli di Lanzo, ma non dobbiamo dimenticare quelle minori come l’antico pozzo nei pressi della Grangia Blina, il forno della Moujetta nel territorio di Castagnole, la Cappella di San Giovanni sull’omonimo Colle e il vecchio torchio a Pian Castagna.
Il ponte del Diavolo
Il ponte del Diavolo
Il ponte, attuale simbolo di Lanzo, fu costruito tra i fianchi dei monti Basso e Buriasco, in una stretta frattura della roccia. Alcuni sostengono che a monte di questo passaggio esistesse un grande lago che si estendeva fino a Germagnano ed oltre, e che la Stura, prima di scavarsi questa nuova via, anticamente defluisse dal lago nei pressi dell'attuale Torre degli Challant di Lanzo. Sorge tra le confluenze nella Stura dei torrenti Uppia e Tesso, che paiono quasi cingere i fianchi del monte su cui sorge il borgo antico. Posto allo sbocco delle valli nella pianura, esso ne rappresentava, non solo simbolicamente, la porta di accesso e di guardia.
Il ponte del Roc, altro nome con cui è conosciuto l'insigne manufatto, insieme ad altre opere di valore storico ed ingegneristico presenti nelle Valli, fu costruito nell'ambito del processo di ritracciamento e potenziamento delle vie di comunicazione, intrapreso dai principi sabaudi e dagli altri signori di quei territori. Nonostante l'intento di creare uno stato unitario che si estendesse dal Rodano all'Adda, i territori tendevano naturalmente a coagularsi in due entitā distinte, la cosiddetta Patria oltremontana a nord-ovest della catena alpina, e la Patria cismontana a sud-est delle Alpi. Appare cosė evidente l'importanza delle comunicazioni tra le due parti, comunicazioni che si sviluppano attraverso la Valle di Susa, la Valle d'Aosta e le intermedie Valli di Lanzo.
All'origine del ponte vi fu anche una ragione strategica locale: si rendeva infatti necessario poter disporre di una via di accesso alla pianura che fosse indipendente e svincolata dallo stato dei rapporti tra i principi sabaudi e gli Acaja, signori di Balangero, Mathi e Villanova, e i marchesi di Monferrato, signori di Corio. Occorreva quindi aprire una strada sulla destra orografica della Stura verso Robassomero.Il ponte inoltre risultava fondamentale per le comunicazioni tra la pianura e le Valli, nell'ambito delle quali, fino alla costruzione di un pių recente sistema viario, ricoprė ruolo centrale per il controllo dei traffici commerciali, per il passaggio di truppe, per l'isolamento della valli dai pericoli di guerre ed epidemie.
Cappella di San Giovanni