Anello del Mulino Turcin
Profilo altimetrico
Luogo di partenza: Lanzo Torinese località Cates
Lunghezza sentiero: 10400 metri
Dislivello in salita/discesa: 320 m circa
Difficoltà: E (escursionismo medio)
Tempo di percorrenza: 3 h
Ponte Casassa
Descrizione itinerario
Il percorso inizia dalla piazzetta di Cates seguendo il sentiero 420, ove c’è possibilità di parcheggio, (volendo anche da Lanzo usufruendo parzialmente dell’Anello di Cates). Dopo duecento metri nei prati entra nel bosco costeggiando il fiume Tesso per giungere poi ad un ponte pedonale, di qui si volta a destra verso case Magnetti, dopo una breve salita sulla sinistra inizia il sentiero “dei frati”, così chiamato perché serviva un canale che i frati avevano costruito per portare acqua al convento dell’eremo. Si attraversa una strada e poi si risale sino a costeggiare l’ultima cascina di Oviglia sotto il couchet, il sentiero in gran parte pianeggiante, lentamente porta sino all’antico ponte “Casassa”, lo si attraversa e si risale sulla strada che conduce a Coassolo e si riprende il sentiero subito dopo, cartelli indicatori facilitano la salita. Si risale sino a trovare un altro sentiero pianeggiante che porta al Mulino del Turcin con l’omonimo vecchio ponte, questo mulino recentemente restaurato offre una visione di altri tempi, suggestivo l’ambiente circostante. Per il ritorno se si vuol fare un giro ad anello, si risale il sentiero oltre il ponte per giungere sulla strada asfaltata, la si attraversa e si prosegue su sentiero sino a Case Niclot dove si ritrova l'asfalto.
Ruota del Mulino Turcin
Si svolta a destra e si segue, in piano, l'asfalto, si arriva, nei pressi di un tornante, sulla provinciale che sale verso Corio. Proseguendo su strada secondaria si incontra il sentiero 426, seguendo i segni bianco-rossi e cartelli indicatori si scende attraversando Case: Vigne,Gisolo,Sciot,Galizia, per giungere alla Chiesetta di S. Anna e, riprendendo la strada per Cates, si ritorna al punto di partenza.
Il Mulino Turcin - La storia
Rispetto a tutti i mulini del Tessuolo, il mulino Turcin è la costruzione meglio localizzata, edificata su un piccolo pianoro vicino al ponte, aveva la sua strategia commerciale: la strada di collegamento passava nel cortile del mulino e perciò di facile accesso per la vendita e per la macinazione del grano, si racconta che: anche a distanza di centinaia di metri dal mulino, quando sfornava il suo pane, un profumo inebriante invadeva questa parte nascosta di San Pietro.
L'ultimo gestore fu Giacomo Bertetto di Corio e a lui si deve il nome di "Turcin", forse perché era di pesante corporatura, deceduto negli anni '70, la sua morte segna la fine della vita del mulino.
Ponte Turcin
A fianco del ponte vi si scorge uno dei piloni votivi più antichi e ormai quasi distrutto dall'incuria.
Costruito come il ponte, in fango, con angoli in mattone pieno, con 4 lati dipinti di cui solo più due ancora visibili, raffigurano: sul lato che guarda il ponte San Giuseppe, con il giglio, dal lato opposto San Pietro con le chiavi (anche se l'affresco è del tutto sfogliato), non reca però nessuna data.
Il torrente Tessuolo, ramo minore del torrente Tesso, che scorre tra Monastero e Coassolo, viene citato sotto vari nomi in antichi documenti del 1353 (Tessirolo, Tesso di Savant, ecc.).
Ma con certezza si sa che il 12 dicembre 1661 il Marchese di Lanzo Sigismondo D'Este ne concesse l'utilizzo per uso civico agli abitanti di Coassolo e il diritto alla pesca non regolamentata per il sostentamento.